Ce la faremo

Dicono che siamo la generazione che non aiuta, quelli che non hanno rispetto. Siamo quelli del divano, siamo quelli del ‘non sapete cosa significa la fatica’, siamo quelli dello spreco. La generazione bruciata.
Siamo quelli della libertà dei 200 m, siamo quelli che ogni settimana seguono lezioni online e non di meno li riempiono di compiti, siamo quelli che quando faranno l’esame di maturità non saranno a cantare fuori la scuola, siamo quelli cui hanno chiuso le biblioteche, siamo quelli che la prima volta che sono entrati nelle università lo hanno fatto per via internet, siamo quelli dei 18 anni dentro casa, siamo quelli della laurea dentro casa. Siamo la generazione che dal 2020 è stata fregata. Fregata da un virus che non si sa ancora se è stato creato da uno più grande di noi per fare la guerra con un suo coetaneo oppure è lo stesso pianeta terra che si ribella per lo spreco che le generazioni più grandi hanno accumulato in questi anni .
Siamo la generazione del piano B, non potremmo mai essere quella del piano A.

#celafaremo

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Buona domenica

Oggi è la prima domenica dopo le vacanze estive, il tempo è stato di mio sostegno, un sole caldo e un po’ di venticello, tipica giornata settembrina.

Sul tavolo un piatto con un uovo all’occhio di bue come se fosse un giorno qualunque della settimana.

Un giro in centro, guardando i negozi per passare le ore.

Di ritorno a casa saluti il cameriere del ristorante affianco ed è subito sera.

Buonanotte, buona domenica

Finita la pacchia! Il ritorno all’Università

Ci risiamo, si inizia un nuovo anno o meglio si finisce il precedente. Avete anche voi la sessione a settembre? O siete quelli di ottobre? Quello che sia, ci troviamo tutti ogni anno sulla stessa barca: torniamo dalle ‘vacanze’, tra virgolette perché non lo sono mai quando sei all’università, ogni volta che magari ti svaghi pensi (soprattutto se sei negli ultimi anni) a quanti esami ti mancano per completare l’anno/anni e poi, arriva il fatidico mese, così di botto è finita un’altra estate e sei qui con le mani tra i capelli a pensare.

Ed ecco qui la foto di oggi, una presa. Ma non è una presa qualsiasi, è quella dell’Università !

Le serie TV.

Bene. Chiunque ad oggi ha qualche abbonamento che sia netflix, che sia primevideo, sky. Ci ritroviamo a guardare un episodio, ma poi stranamente finiamo a vedere l’ultimo. Le serie ci intrigano così tanto da non avere la cognizione del tempo. L’ultima che ho visto è BABY, ho visto l’intera serie in un pomeriggio mi sono quasi spaventata di me stessa! Eppure non era così sorprendente ed entusiasmante come speravo. Ecco, forse è proprio la speranza di trovare qualche colpo di scena che ci fa andare avanti con gli episodi e magari in quel pomeriggio dovevi fare la spesa, andare in palestra o magari avere qualche rapporto umano, eppure siamo tutti davanti uno schermo!

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Well. Anyone today has some subscription which are netflix, is primevideo, sky. We would watch an only episode, but then unusually we end up seeing the last one. The series fascinate us so much that we don’t have the knowledge of time.

The last one I saw is BABY, I saw the whole Tv series in one afternoon, I have fear of myself! Yet it wasn’t amazing and exciting as I hoped. Maybe, it is the hope to find some twist that makes us go ahead with the episodes and maybe that afternoon you had going to shop,  to the gym or maybe to have some ‘human’ relationship, but we are all in front of a screen!

Sono una fuorisede.

Si purtroppo sono una di quelli che si ritrova in questa cerchia. Dico purtroppo perché capitano momenti, attimi, dove ripensi ‘cosa faccio io qui?’ ‘oh guarda la barista, ora la saluto’ ma magari lei si gira dall’altra parte. Capita tutti i giorni qualcosa del genere, allora cerchiamo di andare allo stesso bar, allo stesso supermercato così da scambiare anche un semplice saluto che ci fa rendere la giornata migliore. Il brutto di essere fuorisede però arriva la domenica. Le domeniche di casa sono tutt’altra cosa e chi se lo aspettava. Alcune volte odiavo alzarmi presto per essere puntuale a messa, per poi andare dai nonni, per poi fare un giro in centro, eppure ora ogni domenica quando sento il rintocco delle campane mi viene da sorridere.

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Yes, unfortunately. I say unfortunately because there are moments where do you think ‘why am I here?’ ‘oh look, there is the barmaid, now I say hello’ but maybe she turns away. It happens every day something like that, then we try to go to the same bar, at the same supermarket, so as to exchange even a simple greeting that makes us make the day better. The bad of being OFFSITE, however It arrives on Sunday. The Sundays of home are another thing. Sometimes I hated getting up early to be punctual for holy mass, and then go to the grandparents, then take a ride downtown, but now every Sunday when I hear the tolling of bells I smile.